synopsis

LA CITTA' MURATA
di Igino Giordani


Splendido e coltissimo questo testo, scritto con raffinato eloquio d'altri tempi - pur non essendo di epoca arcaica né ottocentesca il suo Autore - con reminiscenze dantesche e omeriche.(1) Il testo non è un romanzo bensì il racconto di un'epoca, che assurge così a protagonista, e si tratta della più buia e tragica epoca italiana, quella a cavallo della metà dell'XI secolo, caratterizzata da lotte intestine e fratricide, colpi di mano da parte e dell'Imperatore e della Chiesa, con conseguente elezione di papi e antipapi, arcivescovi e antiarcivescovi, abati e antiabati. E' la storia della nascente Chiesa nella sua accezione moderna, sorta dallo spirito combattivo dei monaci predicatori, dei famosi asceti e dei santi: e tra questi troviamo San Benedetto e Santa Scolastica, San Pier Damiani, e - da protagonista - Ildebrando da Sovana. Non mancano altre figure note, come Matilde di Canossa, allora ancora una bimba, e non si tace del lavoro indefesso dei monaci copisti, che soli salvarono il patrimonio culturale nostrano, copiando e miniando non solo codici religiosi ma anche codici laici, gli antichi greci e latini, le leggi e i ricettari.

Trasversalmente, esili come fili colorati in una trama altrimenti monocorde, si innestano storie di personaggi di fantasia che non hanno una vera trama bensì solo una menzione, come a decorare una narrazione altrimenti troppo didascalica e grigia. E' il delicato romanzo d'amore tra Fiorenzo e Bonizza,(2) lui educato alla Chiesa, lei promessa sposa del fratello di lui, il feroce e incolto conte Azzo di Tìburi.(3) Questo borgo, posto sul fiume Aniene, è il centro di tutta l'azione, dato che le valli del fiume e i monti circostanti, i Tiburtini e i Prenestini, e l'alto Soratte, sono lo scenario delle contese per la gestione delle abbazie e dei privilegi. Singoli episodi non mancano di fine umorismo, come la storia del prete pavido e tutto inteso alla sua sola salute, che finito nel lebbrosario e venendone contagiato, proprio per questo perde ogni timore e si rivela un vero ministro del culto, ed è in tal modo che domno Geminiano scopre la vera felicità nell'amore per il prossimo.

I lebbrosi attraversano tutta la narrazione, fanno parte del paesaggio: e viene raccontato - senza dubbio sulla base dei seri studi compiuti dall'autore - come essi venissero bruciati vivi, accusati di ogni bassezza, con il consenso di quei vescovi peccatori messi al governo della chiesa da parte dei signorotti locali. E quanto si parla dei vescovi peccatori, simoniaci e libertini, che agiscono come i più bruti dei paesani incolti. D'altronde il testo si apre con la rievocazione della deposizione di papa Benedetto IX (la terza!) rinchiuso a Grottaferrata dopo un'alternanza di potere e di disgrazia, quel papa giovinetto che papa non voleva essere, innamorato delle donne e dei piaceri. E dopo di lui ancora un'alternanza di papi santi, di coloro che vollero ripulire la chiesa romana dalle oscene abitudini, e papi disonesti che invece tentavano di riportare nel palazzo del Laterano il lusso e la lussuria.

La storia ci insegna che il lusso e la lussuria dimorarono a lungo a Roma, fino ai papi rinascimentali che furono anche i fautori della potenza del Regno Pontificio, assurto a potenza europea al pari dei regni di Francia e di Inghilterra, dell'Impero e dei grandi ducati italiani, ma in questo testo si respira, come dire, una sorta di speranza: che gli sforzi di questi sparsi santi vengano premiati, che la Chiesa si risollevi dal fango in cui è caduta, che i pochi e soli uomini che lottano per i principi istituiti da Cristo riescano nei loro intenti. E' un testo profondamente cristiano, pervaso quasi di misticismo,(4) dove si comprende come la Fede dia forza e coraggio ai derelitti che nulla hanno, appunto, se non la Fede: e questo è un messaggio senza tempo.

Il travagliato periodo storico descritto vede anche la nascita della politica: antivescovi e antipapi sono dapprima nominati dai signorotti locali o dal popolo per acclamazione, ma poco a poco prende forma il concetto che il papa legittimo debba venire nominato dall'imperatore (il potere temporale e il potere spirituale ancora separati); sarà in un secondo tempo che il papa verrà nominato da un concilio di vescovi, e il saggio Ildebrando, la cui vocazione era l'ascetismo, per amore della Chiesa accetterà la nomina pontificia, divenendo Gregorio VII, uno dei
papi più importanti della storia.


(1) "Far siepe" per "fare barriera"; e più avanti nel rcconto una moglie saluta il marito che parte in battaglia, dall'alto dello spalto, tenendo in braccio il poppante, scena ripresa dall'addio di Andromaca ad Ettore.
(2) Bonizza, delicato nome medievale, è anche il nome della figlia dell'Autore.
(3) Odierna Tivoli.
(4) Ci chiediamo come Salani abbia potuto inserire un testo del genere in una collana di letteratura rosa - o vagamente d'avventura - come la Collezione Grandi Romanzi (Romanzi della Rosa, cover blu). L'unico altro autore Salani passibile di misticismo è forse Vittoria Gazzei Barbetti, peraltro priva della potenza e della cultura di Giordani.

© Maria Enrica Carbognin 2016 per www.letteraturadimenticata.it


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